giovedì 8 agosto 2013

Anziani 1 - giovani 0


Lasciamo stare il commesso di Zara che si augurava di tornare “In Italia” dopo un anno e mezzo passato a Olbia. Anche se avrei voluto dirgli, ma proprio tanto, che mi facesse vedere le manette e i catenacci e il suo numero di serie e chiedergli se quella storia della saponetta e delle docce sia vera o una diceria da barzelletta. Anche se avrei voluto dirgli, ma proprio tanto, che se dovesse andare via nessuno sentirebbe la sua mancanza; dirgli che le due persone che aspettavano in coda hanno sentito i suoi infelici commenti nonostante all'ultimo si sia ricordato di guardare a destra e a sinistra per sincerarsi che non ci fosse qualcuno con i quattro mori tatuati sulla fronte. Ma, come ho scritto, lasciamo stare.

Lasciamo stare perché lì la mia attenzione si è spostata altrove, verso un uomo, romano, anziano, in canottiera. Tiene un carrello e sta accanto alle casse dove l'idiota italico batte il conto a due ragazze: sono le sue due nipoti. “Ma ne ho altre due”, dice orgoglioso. “Sono le due figlie di questa qua”, indica col dito una bella donna che gli si avvicina: è la sua, di figlia. “Siete romani?” “Non si sente, eh!” scherza lei. L'uomo deve aspettare e ha voglia di scherzare come sanno fare solo gli anziani con i giovani, con un po' di quel bel cinismo nei confronti dei  giovani che... ancora ne devono vedere di cose, che guardano la vita ancora con i primi occhi. Così si rivolge al cassiere occhialuto e si lamenta con il sorriso: “Ma qui, qui non avete magliette che vanno bene per me!”. “Come no, signore? Certo che le abbiamo”. “Che vadano bene per me, capisce!” dice l'anziano e fa vedere la sua canottiera bianca e rossa e la sua silhouette rotonda rotonda rotonda su e fine fine fine giù: la sindrome del passerotto non salva davvero nessuno di sesso maschile (di quella femminile vi dirò un'altra volta, c'entrano comunque gli animali). “Ne guardavo una appesa: c'era scritto “morte”, fa formando una striscia che percorre la sua maglia da sinistra a destra. “In un'altra, invece, c'era un teschio. Lei capisce, io sono quasi arrivato al traguardo, una maglia così non la posso proprio mettere!”. Ha ottant'anni ma ne dimostra meno. “Ma che dice, ha ancora tanto tempo... trent'anni?”, lo rassicura il commesso idiota. “Trent'anni?!?!” scandisce il vecchio allargando le braccia “Ma che ce faccio!?”. Ride lui e ridono tutti: le nipoti che pagano il conto, la figlia, l'idiota italico, io e mia madre.

Così penso che in uno spazio così piccolo com'è il reparto di un negozio di abbigliamento, si può incontrare un minuto prima una persona che ti fa saltare i nervi per stupidità e piattezza e un minuto dopo una che ti fa sorridere per intelligenza, spirito, capacità di prendere in giro e prendersi in giro.
Per oggi: anziani 1 – giovani 0

Nessun commento:

Posta un commento