Quando penso alla mia di
casa, penso al mare. E il mio mare ha una donna davanti. Una donna
sdraiata sul mare, vestita di granito e di verde muschio. Bella, come
il mare che ne imita i colori, solo per compiacerla: rosa, grigio, di
un verde profondo, di un azzurro quasi bianco.
Nelle giornate di
scirocco è capricciosa e nasconde i suoi malumori con una fitta
nuvola che le copre il viso, anche per settimane: si sa, le donne
possono essere molto capricciose. Allora tu la guardi da lontano e,
man mano che passano i giorni, ne senti sempre più la mancanza: la
mancanza di quelle linee nette, di quella presenza che c'è, sai che
c'è, è lì da qualche parte, ma ormai ti sembra di poterla solo
immaginare.
Poi succede che arriva un
vento, un vento amico e tagliente che le sussurra, a volte le urla:
“guarda che ti vedo, anche se ti nascondi!”. Così terra e aria
si affrontano, litigano, sempre per giorni dispari; spesso
furiosamente, come solo possono fare due elementi così diversi: lei
immobile, materia; lui impalpabile, movimento puro. Alla fine uno dei
due vince, o perdono tutti e due, chissà. Ad ogni modo, lei si
decide e viene fuori, splendente, sempre più sola - in mezzo a quel
mare - e sempre più splendente, come scriveva Alda Merini.
Quando penso alla mia
casa, penso a lei. Penso a quella donna distesa sul mare; alla
leggenda che qualcuno mi ha raccontato, molto tempo fa. Una di quelle
leggende che sai non può essere vera, nemmeno minimamente vera,
eppure in qualche modo deve esserlo perché è così illogico che un
grosso scoglio in mezzo al mare abbia le forme di una donna sdraiata,
di una donna che dorme su un letto di piume verdi.
Lei è una donna indiana
capitata su quella roccia, non si sa perché né come, né quando.
Lui è lo scoglio su cui lei cammina, la roccia su cui lei si poggia,
la terra su cui lei si muove, vive. E vive a lungo, ma non per
sempre. Perché lei è solo una persona e le persone non vivono per
sempre. Lasciano, però, in chi le ha conosciute, un gesto, una
parola, un pensiero; un'impronta. E questa volta l'impronta si è
fatta profonda, si è fatta solco.
Secondo la leggenda
quello scoglio un giorno, non si sa come né quando, ha preso le
forme di quella donna, di quel corpo che aveva vegliato per anni
mentre lei dormiva sulla spiaggia, solo per poterla guardare, per
sempre. Perché lui non è una persona e può vivere, per sempre.
Quando penso alla mia
casa, penso al mare e a lei.
A lei che anche adesso
dorme con il profilo rivolto verso il cielo. E a me che la guardo da
lontano e spero che lo scirocco non arrivi troppo presto, a coprirle
il viso.
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