domenica 12 giugno 2011

L'italiano che vo(l)ta

A dispetto di quanto abbiano detto al Tg1, oggi e domani si vota per il referendum. E non “volta” come ho scritto poco fa. Anche se questa potrebbe davvero essere la vo(l)ta buona per una (s)vo(l)ta; per vo(l)ta(re) pagina. Quanto sono strane le parole.

In una delle sue più brillanti (e disperate) canzoni Giorgio Gaber dice “io non mi sento italiano ma per fortuna, o purtroppo, lo sono”. Beh, oggi è uno di quei giorni in cui io dico “per fortuna”. E voglio scriverlo ora e subito in modo che lunedì sera, al momento dello spoglio, non mi possa rimangiare tutto. E sarebbe un vero peccato. Perché quella che ho visto in questi ultimi mesi, nelle piazze, su Facebook, sui muri e sui siti sono gli italiani che vorrei vedere ogni giorno. L'italiano genio e un po' pazzo, l'italiano che sfotte, sogna, ride; l'italiano che crea, l'italiano che lotta, l'italiano che commuove. L'italiano che trasforma una vecchia canzone di Madonna (“Vogue”) in “Come on vote”; l'italiano del Movimento 5 Stelle che ha un orgasmo quadruplo, l'italiano (Saverio Tommasi) che si inventa un'intervista doppia tra acqua pubblica e privata per spiegare “perché sì”, come dicono dall'Espresso; l'italiano che appiccica su Ponte al Pino (Firenze) uno striscione con su scritto “Amore, vota 4 sì e ti sposo!”. L'italiano (Cisco, ex Modena City Ramblers) che urla i suoi “due sì per l'acqua e quattro per il vino, così vedi come la gente va a votare”. Noi italiani sappiamo essere anche questo, accidenti a noi. Accidenti a noi perché ogni volta dobbiamo toccare il fondo per mostrare il vero lato B del nostro Paese, che non è né il culo delle veline, tesserine, schedine, donnine – né quel che resta del signor B. Ma è quell'aggettivo, “bel”, che spesso ne anticipa la definizione. Noi italiani siamo belli e bravi, un popolo di pensatori e artisti, di uomini e donne che in qualche modo si arrangiano, ce la fanno.

Il problema è che siamo pure masochisti. L'italiano è come la classica donna a cui piace l'altrettanto classico stronzo: ogni volta si dice che sarà l'ultima. E poi ci ricasca e si danna perché non riesce a capire come diavolo abbia fatto a ridursi in quello stato, e per uno così poi? Ecco, chissà che questa volta – ora che abbiamo paura di non poterci nemmeno più permettere di affogare, perché l'acqua potrebbe non essere più nostra – sia davvero quella buona in cui l'italiano pronuncerà quella frase per l'ultima volta: “ma come ho fatto ad essere così stupido?”. E non si volti mai più indietro.

1 commento:

  1. si può dire "forza italia"? perché io domani lo griderò se... se... insomma se "sì"! come diceva il signor G "un po' per non morire, o forse un po' per celia, abbiam fatto l'europa, facciamo anche l'italia". ecco, facciamo in modo che questa italia emerga, partiamo dai beni comuni!
    un abbraccio fiducioso, teso ed insonne.

    RispondiElimina