mercoledì 15 giugno 2011

Pitti Uomo - giorno 1: Chi l'avrebbe mai detto che le trote vivono nell'acqua salata?

Mi ero ripromessa di tenere un diario nei quattro giorni di Pitti Uomo, “la kermesse che per quattro giorni trasforma Firenze nella capitale della moda”, l'avrò scritto una decina di volte da un mese a questa parte. Non credo i miei polpastrelli reggeranno all'undicesima; li convincerò a resistere, però,  almeno per tenere questa sorta di quaderno semiserio a puntate.

Per quanto anch'io faticassi a crederlo, la moda è sfiancante. Dopo mezz'ora di fila per dimostrare di essere una giornalista vera, ne avevo già abbastanza. Per quanto ci si preoccupi di essere fashion a Pitti si sono dimenticati di una delle invenzioni più cool di sempre, di giugno specialmente: l'aria condizionata.

Benvenuti nel Magic Tour di Pitti dove per capire dove sei e cosa succede intorno a te ci vorrebbero gli 80 giorni in cui Marco Polo fece il giro del globo! Più che un “viaggio” alla scoperta del mondo delle tendenze per la primavera-estate 2012 (tema scelto per quest'anno), un labirintico training autogeno per forgiare la pazienza e i nervi di quei poveretti che, perché ce li hanno mandati o perché sono un po' masochisti (ricordate che dicevo nel post precedente a proposito degli italiani? Beh, gli stranieri non sono da meno), improvvisamente, e senza che nemmeno ne abbiano piena coscienza, si trovano a porsi domande esistenziali-filosofiche del tipo “siamo governati dal caos o c'è un preciso disegno divino che mi porterà entro stasera a riconoscere la strada di casa?”.

E, mentre sei lì che escogiti di improvvisarti Hansel e Gretel disseminando il tuo cammino con la miriade di fogli, foglietti, biglietti, bigliettini, inviti, brochure, cartelline, buste, (molto vintage, very cool) che ti rifilano ad ogni angolo calpestabile, ecco che le vedi sfilare sotto i flash dei fotografi: le fashion victim, come si dice in gergo “modese”, quegli strani individui ambo sessi che sembrano aver deciso di indossare in una giornata tutto il loro guardaroba. 

Fin qui “nulla di nuovo sotto il sole”: incontrare i modaioli a Pitti è come dire che nel mare ci stanno i pesci. Nel mare ti aspetti che ci siano orate e branzini; quel che fa rimanere secco è vedere, che ne so: le trote. E di trote alla Fortezza ce n'erano davvero tante, oggi: quel branco di insospettabili, e direi pure malvestiti, compratori o semplici curiosi. 

Non l'avrei mai detto ma nel vedere quelle orribili felpe attorcigliate alla vita che tanto piacciono agli uomini, sorpassati i trenta, ho tirato un sospiro di sollievo.  

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