La
galleria virtuale di Paola Billi è come un iceberg. Quella che
emerge in superficie non è che una piccolissima parte. Il resto
bisogna volerlo scoprire. E, per farlo, per vedere in profondità,
servono delle capienti bombole d'ossigeno, perché si resta
letteralmente senza fiato. Dietro l'inchiostro nero dei caratteri
cinesi e le impronte rosse dei sigilli esposti sul suo sito internet
(www.paolabilli.it),
infatti, si nasconde un intero universo fatto di concetti cosmici ed
estetici propri della filosofia buddhista e daoista.
“Niente a che
fare con la “bella grafia”, come noi occidentali siamo spesso
portati a considerarla: la calligrafia è una vera e propria arte.
Anzi l'Arte, con la a maiuscola, la più antica e raffinata forma di
espressione nata oltre duemila anni fa negli studi dei letterati
cinesi” spiega l'artista. Già, perché prima che una gallerista,
Paola Billi è un'artista e una maestra di calligrafia di fama
internazionale; l'unica occidentale, insieme al collega Nicola
Piccioli, ad essere stata
invitata all'International Calligraphy Exchange Exhibition di
Pechino, la performance che ha aperto i Giochi Olimpici del 2008.
E
dire che questa strada l'ha incontrata per caso, quando il destino ha
bussato alla sua porta non per una, ma per ben due volte. “Ero nel
bel mezzo di un matrimonio buddhista quando vidi per la prima volta
un'esibizione di calligrafia: mi
bastò osservare i movimenti di quel monaco giapponese per chiedermi
che cosa avessi fatto fino a quel momento. Ero pronta a partire, a
lasciare la mia città, Firenze, per volare a New York e inseguire il
mio nuovo sogno quando ho incontrato un maestro nipponico che mi ha
insegnato tutto e poi un altro che, dopo dieci anni di studio, mi ha
detto: ora sei pronta per insegnare agli altri ciò che sai”,
racconta Paola tra un mare di ricordi.
È
così che, insieme a Nicola Piccioli, nel 2001 inaugura a Firenze, la
città che le ha mostrato la via, l'associazione culturale FeiMo –
letteralmente “inchiostro dell'eleganza intellettuale” – e con
essa la Contemporary Calligraphy School. “Il nostro obiettivo come
maestri è far conoscere il significato più profondo dell'arte
calligrafica e, insieme, insegnare ai nostri allievi le sue difficili
tecniche” spiega Paola. E la strada è lunga – almeno 5 anni di
base e altri 6 di specializzazione – quanto serve per riuscire a
utilizzare al meglio i “quattro tesori dello studio del letterato”,
“gli strumenti attraverso i quali i sentimenti e le energie
interiori si trasformano in segni – continua l'artista: il pennello
che, come la corda di un violino, regista ogni vibrazione dell'anima;
la carta, ovvero lo spazio vitale del calligrafo; la pietra, nella
quale la polvere d'inchiostro incontra l'acqua; e l'inchiostro nero
che, insieme al bianco della carta, diventa simbolo di perfezione e
moderazione”.
Un'arte prima di tutto spirituale, insomma, che si
fonda sulla continua tensione verso l'armonia, vera parola chiave per
Paola che della sua ricerca ha
fatto un proprio oggetto di studio in un progetto, il Femaleproject,
diventato successivamente anche una galleria virtuale. “Dopo anni
di incontri con importanti artisti, accademici delle belle arti
coreani, giapponesi e cinesi nelle tante mostre cui ho partecipato in
estremo oriente, ho pensato di esporre le loro opere in un sito,
questo per diffondere il più possibile l'idea della calligrafia come
arte dell'eccellenza, allontanando quella che la associa al tatuaggio
e alle pergamene da attaccare alle pareti” puntualizza Paola.
Accanto ai sette artisti italiani e ai diciannove maestri orientali
che compongono il team della galleria, dunque, Paola Billi ha trovato
la propria dimensione lavorativa e di ricerca, ma non solo; anche il
modo per applicare alla sua vita l'estremo significato dell'arte
della calligrafia. In lei, infatti, oriente e occidente hanno trovato
l'equilibrio perfetto, come il bianco della carta e il nero
dell'inchiostro: opposti, ma indispensabili l'uno all'altro per
determinare se stessi.
(pubblicato su "Il Nuovo Corriere di Firenze" del 19 febbraio 2011, pag. 21)
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